Leonardo

Fascicolo 13


in "Alleati e nemici"
MARIA BACIOCCHI DEL TURCO Contemplazioni; I. La visione dell'anima. — II. Le voci del tempo. - Milano, Cogliati, 1904.
recensione di Marcellus (Raffaello Piccoli)
pp. 29-30


p. 29


p. 30



   La contessa Maria Baciocchi del Turco rivela in questo libretto un'anima mistica singolare e profonda, se pure in alcuna parte soverchiamente sentimentale. Ella scorge nei perpetui moti e negli eterni aspetti della natura, una serie di nascoste corrispondenze con i moti e gli aspetti interiori degli uomini. E però nella prima parte dipinge con la parola un po' preziosa assai quadretti della sua dolce terra di Toscana; ed, o ne trae un ammonimento morale conchiuso in poche parole alquanto oscure, violentemente, per i semplici, o lascia che il leggitore, se ha anima simile alla sua, indugi col pensiero a scoprire una nova corrispondenza. Negli intendimenti etici, pare riudire Tomaso Kempense dir della solitudine e dell'Esercizio spirituale; in quelle pagine profonde della Imitazione e degli Opuscolo, che forse troppo ammirammo, perchè più era quel che vi metteva l'anima nostra di quel che leggevamo; se pure questo non è il merito anche di queste contemplazioni.
   La seconda parte, a comento di numerose iscrizioni di orologi a sole, prosegue e ravviva il leggiadro moto solare delle ore, che M. Maeterlinck aveva ripreso in La Sagesse et la Destinée, assai semplicemente.
   Queste pagine della Baciocchi rende meno gradita una maggiore e soverchia severità. Ella ci parla di bellezza, di verità: ma che intende? Noi non sappiamo e forse mai da lei potremo sapere.
   Io conosco l'epigrafe di un orologio a sole, la quale chiude la parte migliore del piccolo libro. Voglio donarvela, contessa, purchè le aggiungiate alle altre vostre, in grazia delle vostre pagine più soavi: Dies nostri quasi umbra.


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